jueves, 1 de septiembre de 2016

Dicono del libro

Riunisco qui alcune email, recensioni e messaggi ricevuti dai lettori e lettrici di "Le avventure della Banana per le strade dell'America Latina". Non ne ho esculso neanche uno. Ci tengo ad avere anche il tuo commento qui, sulla pagina Facebook del libro o a cooperativabanana@gmail.com

Recensioni

Recensione della editoriale Tuga Edizioni.

Schietto, genuino, diretto, profondo. Così possiamo definire il libro scritto (sarebbe meglio dire, vissuto) da Nicoletta Marinelli. Non un semplice itinerario di viaggio, un diario personale, una cronaca di esperienze viste e vissute a stretto contatto con luoghi ignoti. Molto, molto di più. Trasudano molta più vita, cuore e forse letteratura queste pagine con le loro imprecisioni e refusi che qualche acclamato capolavoro o classico. Un memorandum lungo quasi un intero continente che ci ricorda a ogni suo passo qual è la nostra vera missione in vita e quanto importante sia per ciascuno di noi alimentare sempre quei fuochi interiori chiamati Sogni.Non vi rimane pertanto che accendere il motore e lasciarvi trasportare dalla Banana Latina in qualche luogo, non importa dove… ASSOLUTAMENTE CONSIGLIATO! 
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Recensione di Daniela Domenici

Mi ci sono immersa e nonostante la mole alquanto ragguardevole l’ho divorato; mi sono perdutamente e definitivamente innamorata di Banana e dell’America Latina grazie alle parole di Nico. Nico ci racconta facendoci commuovere, riflettere e sorridere grazie a uno stile narrativo straordinario. 
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Recensione Gli scrittori della porta accanto


Interessanti e avvincenti sul piano razionale, ricchissimi sul piano emozionale, sono libri che si fanno ricordare, che entrano nel cuore e nel cervello, portando ricchezza di pensieri. Se il primo libro rispecchia l’entusiasmo ma anche le difficoltà dell’inizio dell’esperienza, il secondo è più maturo e meditativo, con pagine bellissime di riflessione sulla vita, sulla gente, sulla Natura. La vita si impara viaggiando e questi libri insegnano molto. I due libri di “Banana latina” non si possono perdere.
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Commenti










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Principali recensioni dei clienti


Acquisto verificato
Mi spiace un giudizio severo, ma la signorina autrice dovrebbe leggere veri scrittori di viaggio prima di cimentarsi
 in ben due libri! In sostanza lei e il compagno, dopo anni di esperienze varie pagate da ONG per progetti per lo 
meno poco concreti, decidono di intraprendere un viaggio dal Salvador fino in Argentina, attrezzano un vecchio 
furgone WW e partono più che altro con una serie di conoscenze nei vari posti. Il primo libro, in cui arrivano fino a 
Panama, è stato almeno abbastanza divertente, i due, a volte con altre persone incontrate, si industriano per 
guadagnare facendo spettacolini nelle scuole vestiti da pagliacci, con argomento "ambiente". E fin qui va bene, 
non era un vero libro di viaggio, ma di incontri con personaggi on the road, molto alternativi. Ma in questo libro 
(il secondo) l'autrice non fa altro che autocelebrare tra le righe la loro intelligenza e furbizia, che consente loro 
di viaggiare quasi gratis (a parte gli spettacolini per i quali riscuotono), facendosi ospitare a destra e a manca da vari personaggi, poi con un cartello sul furgone che invita chi legge a dare contributi al loro viaggio, ecc. non lesinando un malcelato "disprezzino" verso chi invece, dopo un anno di lavoro, fa un viaggio, pagandolo, e "non vede niente e non comprende niente". Dei luoghi visti...poco, quasi solo persone con cui condividono a volte alloggi, a volte cibo, a 
volte feste e fumo vario (con corsa al pronto soccorso per analisi tossicologiche), e inoltre delizia il lettore con 
descrizioni del passaggio dal dentista per le proprie "carie grandi come un vulcano" e, alla ricerca di un figlio, 
del controllo continuo....della propria biancheria intima, e altro... Beh, no, non mi è piaciuto.

Sono salita su un immaginario sedile posteriore di un simpaticissimo Wolkwagen Westfalia (la Banana) dietro a
Nicoletta e Massimo, e sono partita.
Sdraiata comodamente nel mio lettone ho percorso migliaia di chilometri sulle strade del Messico e poi giù per
l'America Centrale e fino al Canale di Panama.
Ho visto i delfini, fatto collette, bussato a porte sconosciute per cercare ospitalità, partecipato a spettacoli col naso da
 clown, ho imparato farmi il sapone da me, ho preso secchiate d'acqua in faccia, e punture di insetti in ogni dove,
ho visto isole che parevano fatte per stare solo nei sogni più belli e strade infangate tanto da farti sorgere il dubbio
che la bolgia dei golosi di memoria dantesca non fosse affatto una finzione. E poi ho visto la vita da un panorama
diverso, come non la si vede mai, tanto da credere che non possa esistere una vita così affascinante.
E ancora ho visto il coraggio. Quello di due ragazzi che partono lasciando una quotidianità comoda e gli affetti
famigliari "convenzionali" per viaggiare senza programmi, con molti rischi, con poco denaro, ma con innumerevoli
risorse, abbattendo i piccoli grandi tabù che la società occidentale e del mondo comodo ci ha tatuato addosso.
Un libro di vita vera, con una scrittura famigliare che ti fa davvero sentire parte del viaggio, che ti tira fuori
(si, proprio così, te le tira proprio fuori dal profondo) delle domande sul "cosa vale davvero",
domande che troppo spesso lasciamo accantonate perché sono un po' scomode.
E ora scusate ma devo ripartire: voglio ripartire! Il clacson della Banana mi chiama e poi devo ancora imparare a fare
i portamonete di tetrapack. Si va verso Sud! .
Poche settimane fa ho intrapreso un viaggio: mentre nel mio paesino non si arrivava alla temperatura di 15°C, 
sono salita sulla Banana, un furgone giallo Wolkswagen che ha più o meno la mia età. Con Nicoletta, Massi e Marina, 
poi Ana e la Negra sono partita così, senza bagaglio, riempiendomi gli occhi ed il cuore delle parole di Nicoletta, 
che scorrono sulla carta come un magico olio.

Potrei raccontarvi quale sia la meta finale, il tragitto le cartine e le strade, ovvero gli elementi che caratterizzano un 

viaggio. Ma vi dirò che sono bastati pochi paragrafi a farmi dimenticare la geografia così come la studiavamo a scuola,
perché la Banana ed i suoi occupanti compiono un viaggio tra la gente, ed attraverso la gente il lettore crea la sua
 “cartina mentale” così che non sono più necessarie coordinate terrestri. Il “cosa troveremo” viene sostituito da “chi 
troveremo”, ed il viaggio diventa sempre più profondo per i protagonisti che trovano dentro di loro risorse che non 
pensavano di avere, che portano arte laddove pensavano di non riuscire a metterla in scena, che superano pregiudizi 
e ricevono ospitalità.

Non è comunque un viaggio semplice, perché capitano diverse peripezie e, come normalmente può succedere quando

 si passa molto tempo insieme, nascono anche delle incomprensioni tra i viaggiatori. 
Ma se tutto fosse perfetto, sembrerebbe un tantino finto.

Quando ho iniziato questo libro, avevo scambiato con Nicoletta solo le poche parole necessarie a ricevere il file. 

Il prologo, scritto da un’amica di Nicoletta, ad un certo punto dice: “Beh, lasciatemi aggiungere che ci vuole del 
coraggio anche a trovare qualcuno, visto solo un paio di volte prima di allora, con cui si stia bene anche a leggere, 
quasi ignorandosi, condividendo quel sacro momento”. Istintivamente ho provato simpatia per lei, l’ho vista un pochino
 simile a me. Durante il racconto, in più occasioni l’ho sentita dire che non si sentiva all’altezza del lavoro di scrittrice o
 giornalista. Ho trovato, invece, che la capacità di raccontare le sia cucita addosso alla perfezione e la sua competenza
 in ambito linguistico e la cultura generale che ha mostrato rendono questo racconto una vera chicca.

Forse non ci sarebbe bisogno di aggiungerlo ma sì, mi è piaciuto questo libro. L’ho amato e di cuore ve lo consiglio per 

volare istantaneamente in Sud America, ma anche per dare una piccola scossa al vostro spirito d’avventura, 
magari un po’ sopito.

Se dovessi recensire il libro, ora come ora, farei davvero fatica. Bocca asciutta senza nemmeno una parola da cacciar
fuori. Anni e anni di letture e studi e adesso lì, a labbra dischiuse in totale empasse lessicale.
Il problema è quel senso di smarrimento e blocco in cui a volte incappavo durante le ore di chimica, quando il prof 

faceva partire il cronometro per scegliere chi interrogare.
Questo blocco non ha però la connotazione del terrore e dell'ansia, quanto piuttosto dell'ebbrezza. 
Ho così tante emozioni, sensazioni e pensieri che si accavallano dopo aver sbranato quelle pagine digitali che si 
sono bloccati lì, tra i denti.
Sono lì che si spintonano a vicenda cercando di uscir fuori ma rimangono incastrati l'un nell'altro.
I supergiovani direbbero che il libro "è tanta roba"
Ed effettivamente è così.
Se poi conosci l'autrice perché c'hai passato gli anni delle superiori, dell'università e c'hai condiviso casa per un po', 

allora la "roba" è più che tanta. Non devi immaginarti più di tanto i sorrisi, le smorfie e la voce. 
Mentre ti stupisci di quanto la persona che credevi conoscere sia in grado di sorprenderti in atteggiamenti e scelte.
Con un colpo di coda serale ho bruciato poco meno di 100 pagine. Sono bastati 2 giorni da pendolare per assaporare 

la Banana Latina. Ed ovviamente ora sono in quello stato di ansia e attesa di chi è in scimmia da serie televisiva, 
di chi ha finito una stagione e non sa bene quanto aspettare per vedere quella successiva e sapere come va a finire.

il 22 agosto 2015

Questo libro mi ha conquistato perché é una storia coinvolgente attraverso l'America centrale, attraverso personaggi che
sono costante fonte di ispirazione, una storia vera di persone vere e normali che vivono paesi e culture lontane, rischi 
e pericoli, colpi di scena e sorprese. La lettura è piacevole e scorre veloce tranne quando ogni tanto si incespica in 
qualche refuso... A volte diventa una specie di magica "lonely planet": sono andato mille volte a curiosare su google 
per capire dove fossero i posti descritti, ma sulle isole di San Blas non ci ho capito più niente! 
Non vedo l'ora di divorare gli altri due.


il 3 luglio 2015

Divertente e commuovente: un libro per incontrare persone, popoli, luoghi, culture e storie di paesi, consigliato ai curiosi 
e alle persone che amano la scoperta e il viaggio. Un libro per sognare!




il 1 luglio 2015

Un libro che si fa leggere tutto d'un fiato!!! Emozionanti, brillanti sono aggettivi che descrivono bene le pagine di questo
 libro... L'America latina vissuta in pieno come pochi fortunati riesco a fare..i semplici viaggi turistici non riempono 
l'anima come quelli all'avventura..e questo libro ti fà sognare di farlo..
Non vedo l'ora di leggere il secondo capitolo...
ELISA

EMAIL




"Non sopporto Marina, amo la vostra amica Ana, mi hanno commosso le lacrime di Massimo
 Mariotti per l'incidente al bimbo, mi sono spaventata per la tanta pioggia durante il rientro en 
El Salvador, la banana è una campionessa, e che dire immergersi con voi nelle vostre mille avventure 
è stato proprio un gran bel viaggio...." Grazie P.Z


"Ciao,ti scrivo perchè sono all'undicesima settimana di gravidanza. Sono sconvolta, ancora non lo
 sa nessuno. Da anni provavamo ad avere un figlio e non arrivava. Ti volevo ringraziare perché sento che
 il tuo/vostro libro mi ha regalato molta calma, amore e speranza.. sembra una follia? lo so.. ma é cosí.. 
mi ha fatto credere che alle cose belle bisogna solo crederci ed avere fiducia e che poi arrivano. 
La magia di un libro e della sua scrittirice!!!".C.B. 


Ciao Nicoletta, ti scrivo per dirti grazie grazie e ancora grazie, per aver condiviso tutto questo con
 noi lettori, noi gente comune. Non riuscirò ad esprimerti attraverso queste poche righe la gioia e la 
serenità che mi ha trasmesso prendendomi per mano e portandomi da El Salvador fino alla Colombia 
(per ora). Le vostre difficoltà, I vostri dubbi, il modo di vivere e di vedere le cose in manierea sana mi ha
 arricchito, mi ha fatto sognare e soprattutto sperare in un mondo migliore dove le persone riescono ad 
apprezzare le cose belle della vita come una semplice chiacchierata davanti ad un ..mate,, . 
Non sono bravo con le parole quindi conluderò solo dicendo: grazie per avermi reso felice". 
Firmato: Tib Henczes. 



Gentile Nicoletta,ho acquistato il vostro libro qualche mese fa e innanzitutto: COMPLIMENTI!!! 
 Leggere il libro è stato come viaggiare con voi sulla mitica Banana tra le strade del Sud America, 
alcune delle quali le avevo percorse realmente durante la mia permanenza lì. Emozionante, divertente, 
commuovente, viaggiare seduti da casa!! Grazieeeeee! Siete dei grandi!!! Proprio perché mi avete 
emozionato molto e ammiro il vostro lavoro, credo sia importante diffondere il vostro racconto di 
viaggio e di vita, quindi vorrei regalare una copia del libro (...) con questa dedica. 
Amica mia. Viajar es regresar.G.R."


Banana Latina é proprio un bel regalo. 
 Perché ti fa amare la tua vita e ti fa venir voglia di correre incontro ai tuoi sogni!


Ciao Nicoletta,volevo raccontarti una cosa che mi ha molto colpita, leggendo il tuo racconto. 
 In realtà, moltissime cose mi hanno colpita perché gran parte delle cose che vi sono capitate, in Italia 
non si sarebbe mai potute verificare. Prova a bussare alla porta di uno sconosciuto chiedendogli di poter 
dormire nel suo giardino per una notte...vedi cosa ti risponde! Ben che vada, chiama la polizia. Ma lo vedo
anche con me...ieri mi sono seccata perché ho dovuto aprire il portone ai ragazzi che lasciano i cataloghi 
di Mondo Convenienza nelle cassette della posta...ed effettivamente è stato un sentimento stupido. 
Comunque, mi ha colpita molto la storia della famiglia in bicicletta. E ho cercato di immaginare quella 
stessa famiglia qui in Italia. Lì erano accolti da tutti. Qui gli avrebbero messo gli assistenti sociali alle 
calcagna. Viviamo in un Paese dove se decidi di non allattare o lo fai per meno di sei mesi sei una 
disgraziata. Se lo fai oltre i sei mesi, sei una pazza morbosa. Se nomini la parola "vaccini", si finisce 
sicuramente a litigare. Se porti tuo figlio a spasso con una temperatura inferiore ai 15 gradi, sei una 
disgraziata che vuole fare ammalare il pupo a tutti i costi. Insomma, se quei due genitori fossero passati 
dall'Italia gli avrebbero fatto portare via il figlio sicuramente, non avrebbero mai potuto farlo. Ma dubito 
persino che qualcuno li avrebbe accolti perché "se li accolgo, mi rendo complice di questa follia". 
Ti giuro che la storia di Nahuel mi ha colpito moltissimo. Qui in Italia l'inserimento al nido va avanti un 
mese, durante il quale le mamme hanno serissimi problemi sul lavoro, perché altrimenti i bambini "
si traumatizzano" e loro se lo son portato in bicicletta praticamente da quando è nato...In un Paese 
come il nostro, dove il "vivi e lascia vivere" è un concetto che non esiste più e dove la solidarietà tra 
madri non è lontanamente concepita, non riesco proprio ad immaginare una situazione simile. 
E così, mi sono posta un sacco di domande. Da cosa dipende, questa differenza? 
Solo dal fatto che quelli son Paesi dove i problemi sono ben altri rispetto ai nostri (immagino che, 
da come lo descrivi, i problemi di un bambino salvadoregno o di uno di San Cristobar siano ben diversi) 
per cui la prospettiva è molto più rilassata? 
O è un fatto strettamente culturale che si riscontra anche negli ambienti più borghesi?
Un abbraccio Romy



"Questo libro mi ha conquistato perché é una storia coinvolgente attraverso l'America Centrale,
 attraverso personaggi che sono costante fonte di ispirazione, una storia vera di persone vere e normali 
che vivono paesi e culture lontane, rischi e pericoli, colpi di scena e sorprese. La lettura è piacevole e 
scorre veloce tranne quando ogni tanto si incespica in qualche refuso... A volte diventa una specie di 
magica "lonely planet": sono andato mille volte a curiosare su google per capire dove fossero i posti 
descritti, ma sulle isole di San Blas non ci ho capito più niente! Non vedo l'ora di divorare gli altri due". 
Riccardo
"Mi rendo conto che sono dipendente dai tuoi racconti". Vladi.


"Sto leggendo la prima parte del racconto!!! Che dire? Io sono estasiata. Credo che lo divorerò e
 poi mi lancerò sul seguito!! Grazie Nicoletta: mi stai regalando un sacco di emozioni".
"Nicoletta Marinelli, letto il libro... me lo sono gustato piano, mi sono divertita, commossa e
 spaventata, ho incontrato un sacco di gente, ho conosciuto popoli, luoghi, culture, storie di paesi, 
ho riso fino alle lacrime vedendomi davanti le vostre facce... ho sognato soprattutto. 
Ora però ho un problema... MI MANCHI già!!! Quando escono il due e il tre???!" 


Ciao Nicoletta! Ho appena terminato il tuo (vostro) bellissimo libro :-) Grazie mille per avermi
 portato in viaggio con voi sulla Banana, in luoghi meravigliosi e un po' più caldi dei 15 gradi medi che 
ci sono qui! Vorrei farti i complimenti per come scrivi: non solo a livello grammaticale, ma hai un modo 
superbo di esprimerti, tanto che mi hai trasemesso le vostre emozioni ed i vostre sentimenti durante la 
lettura. Leggerò sicuramente anche i due seguiti, non posso certo lasciarvi sull'isoletta senza continuare
:-)
"Ho appena letto in metro la prefazione della tua amica, ed ho pianto.
 Ho capito allora due cose:
1) i contenuti di questo libro sono altamente pericolosi per la mia natura quindi devo prenderli a dosi 
pediatriche
2) piango sempre più facilmente, sto invecchiando"